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Ago 2022

L’efferato femminicidio di Alessandra Matteuzzi a Bologna, preceduto da una denuncia per stalking sporta un mese prima dalla vittima nei confronti di quello che sarebbe poi diventato il suo assassino, rinfocola le polemiche sull’efficacia dei meccanismi di allerta nei confronti di tali reati e sull’efficienza degli organi deputati ad attuarli, polizia giudiziaria e magistratura (requirente in particolare).

E’ stata disposta un’ispezione ministeriale e si vedranno quali saranno gli esiti.

Le dichiarazioni rilasciate alla stampa dal Procuratore capo di Bologna (intervista del 25 agosto 2002 di Alfio Sciacca per il Corriere della Sera), tuttavia, potrebbero già dare al Ministro Cartabia alcune utili indicazioni su cosa non ha funzionato.

  • “La denuncia è stata immediatamente iscritta e assegnata a una collega che, pur essendo in ferie, ha fatto partire gli accertamenti per i riscontri sulla denuncia”.

E’ normale che un fascicolo da codice rosso sia stato assegnato ad un magistrato in ferie? E’ possibile che l’ufficio sia privo di una procedura che escluda l’assegnazione dei fascicoli urgenti al personale in vacanza?

  • “[La denuncia] evocava episodi di stalking semplicemente molesto”.

La minaccia o la molestia sono le condotte materiali dello stalking, che -se è tale- non è mai semplicemente minaccioso o semplicemente molesto.

  • (Il giornalista chiede se è stato rispettato il codice rosso e se la vittima è stata ascoltata entro tre giorni) “I termini sono stati sicuramente rispettati, anche se il fascicolo non lo conosco nel dettaglio … Presumo di sì”.

Ognuno pensi ciò che vuole.

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Pretendere che delle follie umane si facciano preventivamente carico -magari con facoltà divinatorie- le sole istituzioni è ipocrita.

Pretendere che ciascuno svolga il proprio ruolo con quella diligente umanità che sola -oramai- ci distingue dagli automi programmati è sacrosanto.